Abba Sikra

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  1. Hard-Rain
     
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    Abba Siqra (q = kuf) lo abbiamo incontrato in particolare lo scorso Ottobre. E' citato in Gittin 56b come capo dei barjona a Gerusalemme ed è un parente di Yochanan ben Zakkai.

    Parto con alcune considerazioni linguistiche. Vediamo se ho studiato bene e se ho appreso tutto quello che ci siamo detti al tempo di Iscariota, dell'alef prostetica, della vocalizzazione di due consonanti consecutive.

    Abba Siqra in Gittin 56b è ארקס אבא, il dato certo è che a ארקס nel Talmud non è anteposta una alef che assumerebbe il valore di alef prostetica. Di conseguenza la vocalizzazione deve comprendere per forza una vocale dopo la samec, da cui la traslitterazione si- non confondibile con is-

    Nell’ebraico mishnico l’alef prostetica delle parole che sono prestiti dal greco o dal latino compare nel testo a suggerire la corretta vocalizzazione della parola, una vocale prima della lettera iniziale, la samec. Nel documento su Iscariota abbiamo visto vari esempi, nei manoscritti e nelle stampe originarie l’alef è riportata, sebbene poi le parole non siano vocalizzate per il resto. Ricordiamo il caso אסקדיא, viene vocalizzato Isqadia, lo si fa derivare dal greco schedia. Altri esempi di alef prostetica nel Talmud e nel Midrash sono: stamwma (in ebraico: אמטסא), strathg…a (יגיטרטסיא), stÒmacoj (אכמותסיא). Abbiamo anche esempi di utilizzo dell’alef prostetica nell’ebraico biblico, cfr. Ger. 32:21.

    Qui, nel caso di ארקס, l’alef prostetica risulta assente in Gittin 56b. Ne deduco che la vocalizzazione deve prevedere una vocale dopo la samec. E’ improbabile, dunque, che si possa ricollegare a una parola greca del tipo Isk- o anche solo sk-. Un caso simile è quello del greco skias, che ha originato l’ebraico (non vocalizzato) סכה; la parola viene vocalizzata con l’aggiunta del qibbuts che ha la funzione di vocalizzare la samech. E' costituito da tre puntini disposti in un arco di cerchio sulla sinistra, sotto la samech. Questo aggiunge il suono della "u" dopo la samech e viene vocalizzato suk- Anche in “sulhan” (tavola) abbiamo la stessa vocalizzazione, anche se la lettera iniziale è una sin (col punto a destra). Il concetto di base è che in ebraico non si pronunciano due consonanti senza che vengano vocalizzate. A inizio parola è possibile l’aggiunta dell’alef prostetica oppure la vocalizzazione della samec iniziale. Tuttavia l’alef prostetica è generalmente presente anche nei testi non vocalizzati, al contrario dell’aggiunta di una vocale dopo la samec.

    Ne deduco che è difficile ricondurre a Iscariota Abba Sikra. Il tutto vale ovviamente supponendo che non ci siano state delle interpolazioni volontarie per nascondere che Giuda era un sicario. Che ne pensate?

    P.S. Noto che alcune parole in ebraico sono al solito invertite, è il solito problema di icompatibilità del mio word e internet explorer. Abbiate la pazienza di perdonarmi ma non riesco a invertirle. Abba Sikra per esempio io lo leggo invertito dopo che ho postato. Sono sicuro comunque che capirete quello che volevo scrivere! I'm sorry.

    Shalom
     
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  2. Stella Maris2
     
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    E’ improbabile, dunque, che si possa ricollegare a una parola greca del tipo Isk- o anche solo sk-. Un caso simile è quello del greco skias, che ha originato l’ebraico (non vocalizzato) סכה

    Ma guarda che non è una tanslitterazione, σκιας in greco significa ombra, traduce סוכה solo quando questo termine acquista il senso di protezione.

    La alef prostetica si premette dove c'è il problema della doppia consonante in inizio di parola. Se in ebraico trovo due consonanti legate insieme come nell'italiano "scolaro", sorge il problema di pronunciare uno shevà nella prima lettera in questo modo: "secolaro", dove la e della esse è brevissima, ma udibile. Per risolvere questo problema si antepone una alef vocalizzata con una i breve in modo da ripristinare la pronuncia in : iscolaro. In questo secondo caso le due consonanti legate si spostano e non essendo più in principio di parole è corretto pronunciarle "sco".
     
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  3. Hard-Rain
     
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    Che ne pensi del discorso sui sicari? Nel senso: la alef prostetica deve esserci nei manoscritti, al contrario della vocalizzazione. Se non c'è appunto si deve pensare a un altro tipo di vocalizzazione, come sikra, non sarebbe possibile un iskar o iskara o qualcosa del genere. Del resto ne abbiamo discusso a lungo nell'articolo su Iscariota.

    P.S. Completerò il documento su Barabba con l'aggiunta di qualche riga su Abba Sikra, che però qui è all'opera 39 anni dopo quel che dice il vangelo (mi sembra un po' tanto). Per dovere di cronaca ho pensato di riportarlo. In fondo è un Abba di una certa importanza!

    Shalom.
     
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  4. Stella Maris2
     
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    QUOTE
    Che ne pensi del discorso sui sicari? Nel senso: la alef prostetica deve esserci nei manoscritti, al contrario della vocalizzazione. Se non c'è appunto si deve pensare a un altro tipo di vocalizzazione, come sikra, non sarebbe possibile un iskar o iskara o qualcosa del genere. Del resto ne abbiamo discusso a lungo nell'articolo su Iscariota.

    La parola ebraica al plurale fa sikarim oppure sikarikon, entrambe queste parole non hanno in inizio di parola due consonanti legate perché nei due casi la samec è vocalizzata con i e se è vocalizzata questo significa che non è legata alla consonante che segue.

    Il termine greco, non avendo in origine due consonanti legate, non ha senso in ebraico porgli la alef prostetica.

     
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3 replies since 25/2/2008, 19:20   209 views
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