L'espulsione dei cristiani sotto Tiberio

Il cavaliere Mundo e la signora Paolina

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  1. Deicida
     
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    Riporto qui il commento che ho postato su forum cristianesimo,sperando di poter esser d'aiuto in questa discussione.

    Ci sono anche altri elementi che collegano il giudaismo con l’Egitto,formando un’unica superstizione;l’ebreo alessandrino Filone nel suo libro sui Terapeuti afferma che costoro vivevano abbandonando beni e famiglia per darsi all'ascetismo,conservavano i libri religiosi, seguivano le orme dei loro Padri e guarivano le anime: in pratica vivevano come gli esseni descritti da Giuseppe Flavio,Filone e Plinio:

    “[Filone]Precisa poi che quegli uomini si chiamavano Terapeuti e le donne che abitavano con loro Terapeutidi, motivando tale denominazione sia col fatto che curano e guariscono le anime di quanti ricorrono a loro, liberandoli, come medici, dai mali che la malvagità procura, sia con la devozione e i servigi puri e sinceri prestati alla Divinità.” (Eusebio,Historia ecc.,libro II - 17,3)

    Lo stesso Eusebio considera i Terapeuti dei cristiani e infatti subito dopo afferma:

    “E non v'è necessità di dilungarsi a discutere se fu Filone stesso a dar loro questo nome, applicando al loro modo di vivere il termine corrispondente, o se in realtà i primi Terapeuti si chiamassero così fin dall'inizio, non essendo ancora diffuso ovunque il nome di Cristiano.” (Eusebio,Historia ecc.,libro II – 17,4)

    E non è lo stesso sant’Epifanio che dichiarò che i Terapeuti d'Egitto, viventi attorno al lago Mareotide, dei quali parla
    Filone, erano i cristiani?

    Peccato però che la setta dei Terapeuti esisteva ben prima dell’avvento del cristianesimo paolino,e si sviluppò parallelamente agli Esseni:

    “Affine agli Esseni fu la setta giudaico-egiziana dei Terapeutici che si sviluppò in Egitto.Terreno molto favorevole per la fusione di elementi dottrinali greci e orientali fu Alessandria.” (Nicola Abbagnano,Storia della filosofia,Tomo I,pag. 395,Gruppo Editoriale l’Espresso)

    Quindi sì,i motivi per scorgere evidenti relazioni tra giudaismo e Egitto ci sono,e questo dimostra maggiormente che Tacito,come il sig. Saulnier ha già scritto,nel 19 d.c. cacciò da Roma proprio i giudei infettati da tale superstizione giudaico-egiziana.

    Del resto non si può fare a meno di notare che gli stessi Atti del Apostoli e Giuseppe Flavio riportano la vicenda di un Egiziano che dal monte degli Ulivi tentò una sommossa,ma poi fuggì

    “37 Sul punto di esser condotto nella fortezza, Paolo disse al tribuno: «Posso dirti una parola?». «Conosci il greco?, disse quello, 38 Allora non sei quell'Egiziano che in questi ultimi tempi ha sobillato e condotto nel deserto i quattromila ribelli?».” (At 21,37)


    "...Arrivò infatti nel paese un ciarlatano che, guadagnatosi la fama di profeta, raccolse una turba di circa trentamila individui che si erano lasciati abbindolare da lui, li guidò dal deserto al monte detto degli ulivi e di lì si preparava a piombare in forze su Gerusalemme, a battere la guarnigione romana e a farsi signore del popolo con l'aiuto dei suoi seguaci in armi. Felice affrontandolo con i soldati romani, e tutto il popolo collaborò alla difesa sì che, avvenuto lo scontro, l'egiziano riuscì a scampare con alcuni pochi, la maggior parte dei suoi seguaci furono catturati o uccisi mentre tutti gli altri si dispersero...".
    (Giuseppe Flavio, Guerra Giudaica II, 13).

    Chi era questo misterioso egiziano?E perché venne dall’Egitto per scagliarsi su Gerusalemme?Può esserci qualche relazione tra il movimento esseno-zelota testimoniato dai rotoli di Qumran e quello dei Terapeuti d’Egitto,data la vicenda accaduta che lega giudei ed egiziani?

    Un altro indizio di una possibile rete di collegamenti tra il mondo ascetico giudaico ed egiziano,diretto ad abbattere la “bestia romana” ci viene da Flavio,quando descrive la fine dei sicari che dopo la distruzione di Gerusalemme si rifugiarono in Egitto,ma poi vennero eliminati o imprigionati:


    Libro VII:409 Accadde inoltre, qualche tempo dopo, che molti giudei trovarono la morte ad Alessandria d'Egitto.
    Libro VII:410 Infatti quelli che erano riusciti a trovarvi scampo dall'insurrezione dei sicari, non contenti di essersi
    salvati, ripresero le loro macchinazioni incitando molti dei loro ospiti a intraprendere la lotta per la libertà, a
    giudicare i romani per niente superiori a loro e a considerare come padrone soltanto Dio
    .Libro VII:411 Contrastati da alcuni notabili della stessa comunità giudaica, assassinarono costoro continuando a
    insistere presso gli altri con gli incitamenti alla rivolta.
    Libro VII:412 Viste le loro pazzesche intenzioni, i membri più autorevoli del consiglio ritennero che per loro
    rappresentava ormai un pericolo non intervenire e, raccolti in assemblea tutti i giudei, denunziarono i folli
    propositi dei sicari, dimostrando che erano loro i colpevoli di tutti i disastri.
    Libro VII:413 Aggiunsero che quelli, non avendo pur dopo la fuga sicura speranza di essersi messi in salvo
    perché appena riconosciuti sarebbero stati immediatamente messi a morte dai romani, cercavano di
    coinvolgere nella propria rovina chi non aveva avuto parte in nessuno dei loro delitti.
    Libro VII:414 Conclusero esortando l'adunanza a guardarsi dalle pericolose manovre di quelli e a consegnarli ai
    romani per dimostrare la loro lealtà.
    Libro VII:415 Vista la gravità del pericolo, il popolo accolse l'esortazione e, scatenatosi furiosamente contro i
    sicari, li gettò in prigione.
    Libro VII:416 Seicento vennero catturati immediatamente; quelli che avevano cercato di fuggire all'interno
    dell'Egitto, e in particolare a Tebe, dopo non molto vennero arrestati e riportati indietro
    .Libro VII:417 Riguardo a costoro non vi fu alcuno che non restasse ammirato per la loro fermezza e per la forza
    d'animo, o cieco fanatismo che dir si voglia;
    Libro VII:418 infatti, pur essendo stata escogitata contro di loro ogni forma di supplizio e di tortura soltanto
    perché dicessero di riconoscere Cesare come loro padrone, nessuno cedette o fu sul punto di cedere, ma tutti
    serbarono il proprio convincimento al di sopra di ogni costrizione, accogliendo i tormenti e il fuoco con il corpo
    che pareva insensibile e l'anima quasi esultante.
    Libro VII:419 Ma a impressionare più di tutti chi era presente furono i ragazzi, dei quali non uno si lasciò piegare
    a chiamare Cesare il suo padrone: a tal punto la forza d'animo prevalse sulla debolezza dei loro corpi!
    Libro VII:420 - 10, 2. Governatore di Alessandria era allora Lupo, che senza indugi informò Cesare di questi
    fermenti di rivolta.


    Sicuramente il Thread di Saulnier ha aperto spunti notevolissimi che dovrebbero essere approfonditi.

    Un caro saluto a tutti.
     
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22 replies since 23/9/2009, 18:49   1769 views
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